FOTO/ “Sentiamoci tutti i giorni Partigiani dei più deboli e dei bambini”

Il sindaco invita a seguire l’esempio della Resistenza e del dopo Guerra per superare il dramma del Covid

TERAMO – La Resistenza allora come oggi contro un nemico comune, la ricostruzione come 76 anni fa fece ripartire l’Italia e mettere in pratica interventi efficaci per rincorrere un nuovo futuro collettivo.
E’ questo il significato attualissimo della festa di Liberazione, nelle parole del sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, pronunciate oggi nel corso delle manifestazioni per l’anniversario del 25 Aprile, che 76 anni fa segnò la fine dell’occupazione nazifascista.

D’Alberto ha partecipato dapprima alla deposizione (con il presidente provinciale dell’Anpi, Antonio Topitti) di una corona d’allora al monumento ai caduti della Resistenza in piazza Libertà alla Madonna delle Grazie e prima di ricevere in piazza Orsini la proposta del ‘Circolo Hannah Arendt’ di intitolazione di 5 vie cittadine ad altrettante donne della Resistenza nella consueta location dei Tigli, in viale Mazzini, per il momento istituzionale con il prefetto Angelo De Prisco, al monumento ai caduti di tutte le guerre e infine alla Villa Comunale ‘Bandini’ per il ricordo dei partigiani teramani.

Il primo cittadino ha voluto sottolineare come sia importante appellarsi ai valori della Resistenza e della Costituzione, in epoca Covid, “come se quello spirito di abnegazione che portò alla Liberazione sia oggi manifestato dal personale sanitario, dai volontari, da chi affronta in prima linea quotidianamente e da un tempo troppo lungo il nemico comune. E’ come se  quell’anelito alla libertà, venisse oggi manifestato dal bisogno di tornare a riappropriarsi della propria vita, della normale quotidianità, della socialità”.

D’Alberto ha invitato tutti “a sentirci quotidianamente partigiani dei più deboli, partigiani dei bambini ai quali dobbiamo insegnare e consegnare un futuro che non conosca l’indifferenza”, e sottolineato come “il simbolo della rinascita dell’Italia libera evoca oggi, ancora più di sempre, il coinvolgimento individuale e collettivo che, sono certo, ci consentirà di scrivere di nuovo una ulteriore e straordinaria pagina della storia nazionale, ma anche della vita di tutti”.